Donazione

La donazione è il contratto gratuito per eccellenza mediante il quale il donante trasferisce al donatario beni (o diritti in genere) non solo senza ricevere nulla in cambio, ma - come recita l’art. 769 c.c. - per “spirito di liberalità”, cioè senza esservi in alcun modo tenuto ed al fine di arrecare un beneficio ad altri. Data questa premessa, è facilmente intuibile come la donazione trovi la sua naturale collocazione all’interno dell’alveo familiare ed, in particolare, nella pianificazione patrimoniale: l’esperienza professionale, infatti, ci insegna come spesso i genitori intendano anticipare il naturale passaggio generazionale a favore dei propri discendenti trasferendo loro varie forme di ricchezza, il tutto al fine di evitare quello che è ritenuto un rischio e cioè il contenzioso ereditario tra le successive generazioni. Questa attitudine “anticipatoria” abbinata ad un regime fiscale - nonostante tutto - ancora favorevole, rende la donazione lo strumento statisticamente più frequentemente utilizzato dalle famiglie italiane per distribuire al proprio interno le risorse patrimoniali. Ciò, tuttavia, non significa che la donazione sia immune da criticità: nel nostro Ordinamento, infatti, la donazione è fondamentalmente regolata come un “acconto” sulle future spettanze ereditarie e ciò determina - in un sistema rigido come il nostro ancora imperniato sull’intangibilità della quota di legittima e sul divieto dei patti successori - non pochi ostacoli a creare un assetto patrimoniale stabile ed al riparo da future contestazioni da parte di eredi “delusi”. Conoscere i meccanismi che stanno alla base del funzionamento delle donazioni e, soprattutto, della loro possibilità impugnabilità è, dunque, indispensabile per attuare una tanto consapevole quanto serena gestione familiare del patrimonio.